Com.It.Es. Freiburg

 

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Willkommen!

Liebe Landsleute und liebe Landsleute Südbadens, wir begrüßen Sie herzlich auf der Website des Comites Freiburg.

Wir wurden von Ihnen gewählt, um Ihre Bedürfnisse zu sammeln, Sie zu vertreten und Ihr Ansprechpartner für italienische Institutionen zu sein.

In Zusammenarbeit mit Konsularbehörden, Institutionen, lokalen Autonomien, mit Einrichtungen und Verbänden, die in unserem Konsularbezirk tätig sind, sowie mit deutschen Institutionen äußern wir Meinungen und fördern Initiativen für die italienische Gemeinschaft in den Bereichen Bildung, Berufsbildung, Arbeit, Schutz der bürgerlichen, politischen und sozialen Rechte, Kultur, Gesundheit und Freizeit.

Zögern Sie nicht, uns zu kontaktieren und Ihre Ideen, Ihre Interessen, Ihre Bedürfnisse zu äußern. Nur so können wir Sie bestmöglich vertreten!

WER WIR SIND

Was sind Com.It.Es.?

Die 1985 gegründeten Komitees sind repräsentative Organe der italienischen Gemeinschaft, die direkt von Landsleuten mit Wohnsitz im Ausland in jedem Konsularbezirk, in dem sie ihren Wohnsitz haben, gewählt werden.

Com.It.Es. Freiburg

AKTUELLES

Comites Friburgo
Comites Freiburg2 Monate her
Chiusura per ferie dello Sportello del cittadino di Friburgo dal 28.7.2025 fino al 12.8.2025.
Dal 18.8.25 saremo di nuovo a vostra disposizione nei consueti giorni e orari lavorativi. #consolatoitalianodifriburgo #comites
Comites Friburgo
Comites Freiburg2 Monate her
Accade oggi: date significative per noi,italiani. #effemeridi #comites
Comites Friburgo
Comites Freiburg4 Monate her
Lo sportello del cittadino di Friburgo rimarrà chiuso per ferie dal 9.6.25 fino al 20.6.25. Dal 23.6.25 saremo di nuovo a vostra disposizione nei consueti giorni e orari lavorativi.
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Comites Freiburg4 Monate her
Il nostro progetto "SALUTE IN DIALOGO - Incontri e orientamento sulla salute in Germania" oggi su Patrimonio Italiano TV
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Comites Freiburg4 Monate her
79 anni fa dalle ceneri del Regime Fascista e della Monarchia Sabauda nasceva per volontà popolare la Repubblica Italiana. Il 25 Aprile 1945 con la Liberazione, il 2 Giugno 1946 con il Referendum e il 27 Dicembre 1947, con la promulgazione della Costituzione sono le date fondanti. Senza una di queste, le altre perderebbero di significato.

Sono le date della nostra libertà, da difendere partecipando alla vita sociale, alle decisioni che riguardano noi, il futuro dell’Italia e quello dell’Europa.

Da tempo si cerca di indebolire la nostra democrazia: cariche istituzionali hanno invitato a celebrare il 25 aprile “con sobrietà”. La seconda carica dello Stato ha invitato le persone a non andare a votare per i referendum dell’8 e 9 Giugno.

La Guerra di Liberazione non fu sobria, ma un dramma. Immaginiamo cosa sarebbe l’Italia oggi se la guerra di liberazione fosse stata “sobria” e il referendum del 2 Giugno 1946 non si fosse tenuto.

Molti politici sono infastiditi dal fatto che i cittadini si esprimano, preferirebbero avere meno controlli, modificando qualche legge, cercando di imbavagliare qualche giornalista o inondando i social di notizie costruite. Votando ricordiamo ai politici che la Repubblica è composta da noi. Delegare il pensiero, sarebbe un processo irreversibile.

Abbiamo visto il tentativo di annacquare il Manifesto di Ventotene, documento fondante dell’Europa Unita, scritto sotto il fascismo da tre intellettuali di orientamento diverso, tutti poco sobriamente deportati in una isoletta del Mar Tirreno.

Abbiamo conosciuto l’Europa divisa, le frontiere, i cambi di moneta, i permessi di lavoro e di soggiorno. Tutto questo non c’è più, ma qualcuno sventola la bandiera nazionale, mescolando patriottismo con nazionalismo. Noi crediamo invece che l’Europa sia garanzia di libertà e siamo patrioti, celebrando oggi il nostro contributo di libertà ricordando la nascita della Repubblica.
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Comites Freiburg4 Monate her
Celebriamo oggi il 79. anniversario della Repubblica Italiana, nata per volontà popolare dalle ceneri del Regime Fascista e della Monarchia Sabauda, che trascinarono l’Italia nell’orrore della guerra e nel buio della dittatura. Tre date sono la base dell’Italia democratica: il 25 Aprile 1945 giorno della Liberazione, il 2 Giugno 1946 con la vittoria della Repubblica al Referendum e il 27 Dicembre 1947, con la promulgazione della Costituzione Italiana. Se una di queste venisse dimenticata, le altre perderebbero di significato.
Sono le tre date fondanti della nostra libertà di oggi, libertà che dobbiamo difendere partecipando alla vita sociale, alle decisioni che riguardano noi, la nostra vita, il futuro dell’Italia e quello dell’Europa che abbiamo contribuito a fondare.
Assistiamo da tempo al tentativo di logorare e indebolire l’impianto della nostra democrazia: cariche istituzionali hanno invitato quest’anno a celebrare il 25 aprile “con sobrietà”. Il Presidente del Senato, seconda carica dello Stato, ha invitato le persone a stare a casa e a non andare a votare per i referendum che si terranno l’8 e 9 Giugno.
La guerra di liberazione non fu un evento sobrio, ma un dramma costato migliaia di vite. Il referendum è il modo più diretto per il popolo di esprimere il proprio pensiero su un tema di interesse nazionale. Immaginiamo cosa sarebbe l’Italia di oggi se la guerra di liberazione fosse stata “sobria” e il referendum del 2 Giugno 1946 non si fosse tenuto.
Molti politici sono infastiditi dal fatto che i cittadini si esprimano, preferirebbero agire con meno controlli, magari modificando qualche legge, cercando di punire qualche giornalista o inondando i social con notizie false o costruite. Votando ricordiamo ogni volta ai politici che sono i nostri rappresentanti e che la Repubblica è composta dai cittadini. Non deleghiamo il nostro pensiero, sarebbe un processo probabilmente irreversibile. Guardiamo come esempio positivo alla massiccia partecipazione dei giovani tedeschi alle ultime elezioni parlamentari in Germania.
Abbiamo anche assistito al tentativo di annacquare il Manifesto di Ventotene, un documento fondante dell’Europa Unita, scritto sotto il fascismo da tre intellettuali, Spinelli, Rossi e Colorni, di orientamento diverso, ma tutti poco sobriamente deportati in una minuscola isola del Mar Tirreno.
Noi, emigrati di vecchia data, abbiamo conosciuto l’Europa divisa, le frontiere, i cambi di moneta, i permessi di lavoro e di soggiorno. Tutto questo non c’è più, ma qualcuno sventola la bandiera nazionale, mescolando patriottismo con nazionalismo, cercando di convincerci che era meglio prima. Noi crediamo invece che l’Europa sia una forte garanzia di libertà e siamo orgogliosamente patrioti, celebrando oggi il nostro contributo di libertà ricordando la nascita della nostra Repubblica.

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